domenica 14 febbraio 2010

Torta paradiso dorata



Se vi trovaste a chiedere ai miei amici, anche ai piu' cari, se io sia brava o meno a rimanere in contatto con chi non abita nella mia stessa citta', il verdetto sarebbe probabilmente unanime: sono pessima! Non solo non telefono mai, ma scrivo anche con scarsa regolarita', come chi legge il mio blog potrebbe senza difficolta' aver notato... 

A questo pattern di pigrizia sfugge solo una persona e cioe' la mia amica Laura, che adesso abita a Bruxelles ma con la quale la comunicazione scorre velocissima.  Con Laura ci scambiamo email quotidianamente o dovrei forse dire con cadenza oraria. A seconda della mole di lavoro con cui abbiamo a che fare quello specifico giorno, le mail sono a volte molto lunghe e a  volte poco piu' che una riga, ma svolgono sempre un ruolo per noi importante: non solo introducono un elemento di calore nella giornata lavorativa, rompendo la superficiale cordialita' di cui sono ricche le email professionali, ma illuminano la giornata con sprazzi di una realta' diversa dalla limitata vita d'ufficio, una realta' al tempo stesso lontana e vicina grazie alla familarita' data dal racconto quotidiano.

Oltre a questo importantissimo ruolo psicologico, le email hanno spesso anche un risvolto culinario interessante. Verso le 3 del pomeriggio ora di Bruxelles, le 2 ora di Dublino, le nostre email tendono infatti a prendere una piega molto precisa: la condivisione di un qualche desiderio culinario che ha improvvisamente attanagliato l'una  o l'altra. 

In ordine temporale, l'ultimo desiderio espresso da Laura e' stato quello di torta paradiso, una torta che personalmente credo di non aver mai assaggiato, ma di cui conosco l'aspetto grazie alla versione commerciale di una nota marca di snack per bambini, che la pubblicizzo' senza sosta per anni. Se la pubblicita' in questione dice il vero, la torta paradiso dovrebbe essere una torta perfetta per la colazione, dal sapore delicato, amata dai bambini eun'ottima base per farciture. Quando si tratta di pubblicita' la cautela e' d'obbligo, ma tutte queste meravigliose caratteristiche nonche' il fatto che Laura ne fosse imporovvisamente golosa, sono a me bastate per decidere di dedicarmi alla sua preparazione.

Dopo lunghe ricerche su internet per una ricetta che non contenesse fecola di patate (impossibile da trovare in Irlanda, chissa' poi perche' vista l'abbndaza di tuberi), ne ho trovata una che mi sembrava promettente. 6 (!!!) uova dopo, qualche aggiustamento nelle dosi e vari tentativi, vorrei solo che internet possedesse una funzione per l'assaggio a distanza per sapere che cosa ne pensa Laura.

Ingredienti per uno stampo di circa 20 cm di diametro
Burro: 200 gr
Zucchero a velo (di canna nel mio caso, da cui il colore dorato della torta): 200 gr
Uova: 6, separati tuorli e albumi
300 gr farina bianca
1 bustina di lievito o, nel mio caso, 4 cucchiai di agente lievitante*
Limone: 1 (solo la buccia grattugiata)

*La ricetta tradizionale della torta paradiso non prevede l'uso di lievito, ma io l'ho aggiunto dopo vari falliti tentativi di ottenere un impasto anche solo remotamente morbido grazie alla pura lavorazione del burro e delle uova. In quanto a dosi, vi consiglio di seguire le dosi raccomandate sulla confezione, visto che agenti lievitanti diversi hanno poteri di crescita vari. 

In una ciotola capiente, lavorate il burro fino a che non diventi una crema (io l'ho passato al microonde per 20 secondi per facilitarne la lavorazione) e aggiungete poi piano piano lo zucchero a velo, passandolo attraverso un setaccio per evitare grumi.

Lavorate il composto per bene (io l'ho fatto a mano) ed aggiungete i tuorli. Lavorate con cura fino a che il tutto non sia  ben amalgamato e aggiungete lentamente la farina, mescolata al lievito, e la buccia grattugiata del limone. Lavorate per amalgamare il tutto continuate piuttosto a lungo affinche' tutta la farina sia ben assorbita. Noterete che l'impasto risultera' piuttosto faticoso da lavorare a causa della molta farina, ma non cedete alla tentazione di aggiungere latte perche' la consistenza diventera' perfetta non appena aggiungerete gli albumi. 

A parte, montate gli albumi a neve fermissima e amalgamate al resto con un cucchiaio di legno con movimenti circolari dal fondo alla superficie per evitare di smontare il tutto.

Imburrate ed infarinate uno stampo (il mio e' di circa 25 cm di diametro) e mettete in forno caldo a 180 gradi per circa mezz'ora o fino a che la torta non risulti cotta alla 'prova stuzzicadenti'. Lasciate raffreddare e cospargete di zucchero a velo.





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